CARCINOMA DELLA VESCICA

CARCINOMA DELLA VESCICA

ONCOLOGIA

Il tumore alla vescica

Il cancro alla vescica è uno dei tumori più comuni, è il settimo tumore più comunemente diagnosticato nella popolazione maschile. Esso si verifica più frequentemente negli uomini rispetto alle donne; il rischio di avere un tumore alla vescica aumenta con l'età, ma,raramente, si riscontra nelle persone con meno di 40 anni. 
Nel 2012 il tasso di mortalità standardizzato per età (per 100.000 persone/anno) è stato di 3,2 per gli uomini contro 0,9 per le donne.
Il cancro alla vescica origina dalle cellule che rivestono l'interno della vescica (cellule uroteliali). Sebbene sia più comune nella vescica, il carcinoma uroteliale può verificarsi in altre parti del tratto urinario, poichè tutta la via escretrice (calici renali, pelvi renale e uretere) è rivestita da cellule uroteliali.  
Nella maggior parte dei casi è a uno stadio superficiale al momento della diagnosi (<T1) quando il cancro alla vescica è altamente curabile. 
Tuttavia, la caratteristica del carcinoma della vescica, anche in fase iniziale, è la capacità di recidivare. Per questo motivo, le persone con carcinoma della vescica in genere devono essere sottoposti a controlli periodici per diversi anni.

Quali sono i sintomi del carcinoma vescicale?

I segni e i sintomi del cancro alla vescica sono tipicamente la presenza di sangue nelle urine (ematuria), l'emissione di coaguli; solitamente la minzione non è dolorosa ma nelle forme più avanzate si può associare a dolore pelvico. A volte, l'urina appare chiara alla vista, ma l'esame microscopico dell'urina può rilevare la presenza di globuli rossi (microematuria). 
Un altro sintomo che può insospettire il clinico è l'aumentata frequenza minzionale, talvolta accompagnata da urgenza. 
Questi sintomi possono comparire anche in seguito ad altre patologie, ma, quando presenti, devono essere valutati da uno specialista. Non bisogna mai trascurare la presenza di sangue nell'urina!

Quali sono le cause del cancro alla vescica?

Il cancro alla vescica si sviluppa quando le cellule uroteliali della vescica iniziano a crescere in modo anomalo, sviluppando mutazioni che le fanno crescere fuori controllo.
Il fumo di tabacco è il fattore di rischio più importante per il cancro alla vescica e rappresenta circa il 50% dei casi. Il rischio associato all'uso delle sigarette elettroniche non è ancora adeguatamente valutato, tuttavia agenti cancerogeni sono stati identificati nelle urine degli utilizzatori della sigaretta elettronica. 
L'esposizione a sostanze chimiche (ammine aromatiche, idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi clorurati), in ambito lavorativo è il secondo fattore di rischio più importante.
L'esposizione a radiazioni per trattamenti radioterapici di tumori della pelvi (ad esempio utero, retto) rappresenta un fattore di rischio.
Infezioni croniche, in particolare la schistosomiasi, possono causare il cancro alla vescica.
E’ importante specificare, che il cancro alla vescica, purtroppo, si può sviluppare anche in soggetti privi di evidenti fattori di rischio.

E’ possibile prevenire il cancro alla vescica?

Purtroppo, non esiste un modo sicuro per prevenire il cancro alla vescica, come per evitare altri tumori, ma uno stile di vita sano può essere utile a non aumentare il rischio.
Innanzitutto è fondamentale non fumare o smettere di fumare, seguire le disposizioni sulla sicurezza sul lavoro (se si lavora con sostanze potenzialmente tossiche), seguire una dieta sana ricca di frutta e verdure (infatti, gli antiossidanti presenti nella frutta e nella verdura possono aiutare a ridurre il rischio di cancro).

Come si diagnostica un carcinoma vescicale?

Dopo l'anamnesi e l'esame obiettivo che possono dare corpo a sospetti clinici, è necessario eseguire esami di complemento, prima non invasivi poi anche invasivi se rimane il sopetto di un possibile tumore vesciale.
 Di solito l'iter diagnostico inizia con un’ecografia che ha una moderata sensibilità a una vasta gamma di anomalie nel tratto urinario superiore e inferiore, e l' esame citologico sulle urine; questo ha un'alta sensibilità in presenza di tumori di alto grado ma una bassa sensibilità in presenza di tumori di basso grado, per cui anche in presenza di un esito negativo per cellule neoplastiche non si può escludere con certezza la diagnosi di tumore vescicale e, pertanto, bisogna proseguire l'iter diagnostico con esami invasivi come la cistoscopia.
  • La TAC con mezzo di contrasto permette di valutare tutto l'apparato urinario, l'eventuale presenza di lesioni , interessamenti linfonodali e secondarietà; lesini vescicali piccole o piatte possono sfuggire alla TAC e quindi, in presenza di forte sospetto, è bene concludere l'iter diagnostico con un controllo con cistoscopia.

    Con la cistoscopia lo specialista urologo va a esaminare l'interno della vescica; questo permette di visualizzare la presenza di zone sospette che spesso non sono visibili all'ecografia. Questa procedura viene condotta con uno strumento flessibile, ben tollerato dal paziente e pertanto può essere eseguita in regime ambulatoriale senza necessita di anestesia.
    Se invece gli esami non invasivi (ecografia, TAC) hanno già evidenziato una lesione si procederà con una cistoscopia in narcosi o in anestesia spinale per confermare il sospetto e asportare contestualmente la lesione (verrà quindi eseguita la cosìdetta “TURB”: resezione transuretrale del tumore alla vescica). La lesione asportata viene quindi sottoposta a esame istologico. 

    Come si tratta il carcinoma vescicale?

    Le opzioni per il trattamento del carcinoma della vescica dipendono da una serie di fattori, tra cui il tipo di tumore, il grado, l'estensione e lo stadio del tumore, insieme alle condizioni di salute generale e alle preferenze terapeutiche del paziente.
    La rimozione endoscopica del tumore (TURB) rappresenta il primo passo per il trattamento del tumore vescicale.
    La chemioterapia endovesicale o l'immunoterapia da contatto con BCG sono indicate per il trattamento di tumori superficiali, a rischio di progressione verso uno stadio superiore. Solitamente a questi cicli di instillazioni seguono controlli endoscopici per verificare la riuscita del trattamento e l'eventuale presenza di recidive.
    Qualora il tumore progredisca o sia già al momento della diagnosi in fase avanzata (tumore muscolo-invasivo) la cistectomia diventa il trattamento di scelta.
    La cistectomia radicale è un intervento chirurgico che consiste nel rimuovere tutta la vescica, la prostata e i linfonodi pelvici nell'uomo; nella donna prevede l'asportazione di vescica, utero, ovaie, parte della vagina oltre ai linfonodi pelvici.
    La cistectomia radicale viene eseguita attraverso una singola incisione mediana sulla parte inferiore dell'addome (incisione sotto-ombelico-pubica). La cistectomia comporta un rischio di infezione e sanguinamento. Negli uomini, la rimozione della prostata e delle vescicole seminali causa disfunzione erettile; in casi selezionati è possibile cercare di risparmiare i nervi dell'erezione. Nelle donne, la rimozione delle ovaie provoca infertilità, menopausa precoce e spesso l’impossibilità ad avere rapporti sessuali.
    Dopo una cistectomia radicale, l'urologo deve creare un nuovo modo per drenare all'esterno le urine (diversione urinaria). 
    La derivazione urinaria più semplice consiste nell'abboccamento degli ureteri direttamente alla cute; il vantaggio di questa tecnica è costituito da tempi operatori ridotti senza necessità di utilizzare parti di intestino, quindi una ripresa post operatoria più rapida, per contro ha una più alta incidenza di complicanze infettive, necessita di mantenere sondini ureterali da sostituire periodicamente, e di utilizzare due sacchetti di raccolta dell'urina. Questo tipo di derivazione viene riservato ai pazienti più anziani e fragili.
    La derivazione con utilizzo di un tratto di intestino ileale (derivazione sec Bricker) è la tipologia più utilizzata; in questo caso viene isolato un tratto di circa 10 cm di intestino che viene abboccato alla cute e in cui vengono fatti confluire entrambi gli ureteri. Il paziente utilizzerà un solo sacchetto adesivo applicato alla cute per raccogliere l'urina. 
    Una ulteriore opzione per la diversione urinaria è la ricostruzione di una neovescica con un tratto di ileo. In questo caso si isola un tratto di circa 40 cm di ileo che viene configurato a Y (neovescica a Y); la parte terminale viene suturata all'uretra mentre a livello delle due braccia della Y vengono suturati gli ureteri. Questa derivazione consente al paziente di urinare attraverso l'uretra.
    Quando si fa la chemioterapia?

    La chemioterapia utilizza farmaci per uccidere le cellule tumorali. Il trattamento chemioterapico per il carcinoma della vescica di solito comporta due o più farmaci chemioterapici usati in combinazione e può essere fatta prima o dopo la cistectomia.
    Esistono vantaggi e svantaggi teorici alla somministrazione della chemioterapia prima della cistectomia per una malattia priva di mestastasi e linfoadenopatie. Un vantaggio sembra derivare dalla migliore tollerabilità del paziente pre-cistectomia e un potenziale beneficio di sopravvivenza determinato principalmente dal raggiungimento di uno stadio pT0, pN0(assenza di tumore in vescica e linfonodi privi di tumore) e margini chirurgici negativi. Lo svantaggio può essere rappresentato dal ritardo che comporta nell'eseguire l'intervento di cistectomia nei pazienti che non dovessero rispondere favorevolmente alla chemioterapia.
    Secondo le linee guida dell'European Urological Association la chemioterapia neoadiuvante con cisplatino migliora la sopravvivenza globale, in particolare nei pazienti con risposta positiva o completa (pT0 N0) ha un impatto notevole sulla sopravvivanza globale.  
    Purtroppo non ci sono ancora strumenti per selezionare pazienti che hanno una maggiore probabilità di beneficiare della chemioterapia pre-intervento. 
    In futuro, i marcatori genetici potrebbero facilitare la selezione dei pazienti differenziando i responsivi dai non-responsivi.  
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