F.A.Q. - ANDROLOGIA

F.A.Q.

ANDROLOGIA

Le domande più frequenti dei pazienti

  • Quando prendere in considerazione un impianto di protesi del pene ?

    I pazienti con deficit erettile vanno sottoposti a ecodoppler del pene, che ci potrà documentare la presenza e la gravità di anomalie vascolari che non  rispondono alla terapia orale o rispondono poco alla farmaco erezione pur ad alti dosaggi. 

    In caso di situazioni di grave disfunzione vascolare l'impianto immediato di una protesi riduce la naturale riduzione dimensionale del pene dovuta a ridotta vascolarizzazione.

    Il proseguire con terapie scarsamente efficaci determina solo un calo dell'autostima,  e problemi di coppia.

    I pazienti che non rispondono alla terapia orale o alle iniezioni intracavernose o rifiutano quest'ultimo trattamento, sono candidabili all'impianto di protesi peniena. 

    Spesso i pazienti credono erroneamente che l'impianto protesico sia una procedura a "rischio elevato", in realtà  questa procedura può essere eseguita rapidamente in anestesia spinale o generale anche in regime di day surgery.

    Anche i pazienti cardiopatici possono affrontare in sicurezza dopo adeguata valutazione anestesiologica.

  • La dimensione del pene cambia con la protesi?

    Questa è una domanda molto frequente che mi fanno i miei pazienti; e spesso dopo l’intervento lamentano che una volta il loro pene in erezione era molto più lungo. 

    Iniziamo dicendo che se sei impotente il tuo pene non sta avendo la dovuta ossigenazione come quando eri potente.  

    Le erezioni notturne che ha il soggetto potente concorrono a mantenere una buona ossigenazione ed elasticità dei tessuti.  Quando iniziano i problemi di erezione questo fenomeno non avviene più, la vascolarizzazione del pene si riduce, quindi i tessuti sono meno ossigenati e perdono la loro elasticità. I corpi cavernosi vanno incontro a un processo di atrofia che è irreversibile; in altre parole l'impotenza porta alla perdita della lunghezza e della circonferenza del pene. 

    I dati di letteratura ci dicono che il deficit erettile dopo una prostatectomia radicale determina una perdita di lunghezza da  0,5 fino a un massimo di  5 cm in 14 mesi.   

    Per avere un idea di come sarà il tuo pene dopo un impianto di protesi è sufficiente eseguire un test di allungamento cioè distendere il pene tirandolo  forte: la misura che otterrai sarà uguale a quella del pene dopo l'intervento chirurgico. 

    Probabilmente hai letto di modi per migliorare la lunghezza post-operatoria. Il sistema più sicuro è quello di utilizzare le protesi LGX 700 che consentono con l’uso un allungamento  fino al 15-20% . Ma la lunghezza di partenza, per motivi che ho spiegato prima, sarà quella che la malattia e il tempo passato ti hanno lasciato e ricorda che se non lo usi lo perdi.

     Fai attenzione a chiunque ti offra un pene più grande. Ci sono alcuni chirurghi di talento che eseguono procedure di allungamento concomitante all’impianto della protesi ma queste comportano dei rischi significativi di complicanze importanti come la necrosi e l’estrusione dei cilindri protesici.  

    Forse è meglio ricorrere precocemente all’impianto prima che il pene si retragga troppo.

    L’attivazione precoce della protesi è un altro aspetto importante, soprattutto quando si utilizzano protesi LGX, per ottenere un buon allungamento e ampliamento del pene. 

    Quindi non è la protesi che porta a un accorciamento del pene!

  • Quanto dura una protesi del pene?

    Questa è una domanda molto frequente e comprensibile.

    Dovendo affrontare un intervento di protesi soprattutto gonfiabile è comprensibile che il paziente voglia avere un idea della durata dell’impianto.

    Le protesi gonfiabili sono dispositivi complessi ed è naturale che si possano guastare come succede anche con le macchine ma la maggior parte delle protesi risultano funzionanti anche dopo 15 anni.

    Vanno sostituite in toto o in parte sono in caso di guasti; io utilizzo le protesi Boston-AMS che sono eccellenti, molto robuste con un rivestimento antibiotico a base di rifampicina e minociclina, denominato InhibiZone™, per ridurre le complicanze da infezioni batteriche.

    Le infezioni possono essere un altro motivo di rimozione/sostituzione di una protesi; con il rivestimento InhibiZone™ si ha una significativa riduzione delle infezioni anche nei soggetti a rischio.

    Nell’arco di 10 anni il tasso di revisione, per qualsiasi causa, è del 10%.

  • Quali sono i rischi della dell'impianto protesico?

    Oltre a ai normali rischi connessi con qualsiasi procedura chirurgica i rischi maggiori della chirurgia protesi sono l’infezione della protesi, la rottura della protesi e l’erosione o estrusione della protesi.

    La percentuale di reinterventi a 10 anni è del 10% complessivamente considerando tutte le cause.


    Infezione: Come con qualsiasi intervento chirurgico, l'infezione è una possibilità (2-3%) .

    I rischi di infezione sono significativamente ridotti quando il paziente si attiene alle istruzioni  pre e post operatorie fornite, e se  il chirurgo si attiene alle linee guida sulla preparazione del campo operatorio e sulla profilassi antibiotica;     i pazienti con diabete mellito o lesioni midollari hanno comunque un rischio aumentato di infezioni sia perioperatoria che nel post-operatorio. 

    Nel 2001 l’ AMS ha introdotto un rivestimento antibiotico a base di rifampicina e minociclina, denominato InhibiZone™, nell’intento di ridurre le complicanze da infezioni batteriche; 


    Guasto della protesi: problema raro ma possibile delle protesi gonfiabili.  Il guasto solitamente può essere dovuto a un malfunzionamento della pompa di attivazione o a una rottura dei corpi cavernosi.

    Di solito quando si manifesta un problema nel funzionamento della protesi dopo pochi anni dall’impianto il problema  è dovuto a un guasto della pompa di attivazione, mentre se si verifica dopo molti anni dall’impianto è  solitamente dovuto a rottura dei cilindri.

    L’ecografia è utile per capire la sede del problema : protesi non funzionante con serbatoio pieno vuole dire che non c’è perdita i liquido dal sistema e il problema origina da un malfunzionamento della pompa di attivazione, al contrario se il serbatoio è vuoto vuol dire che c’è stata perdita di liquido da un componente della protesi, solitamente i corpi cavernosi: nel primo caso si procede a sostituzione della pompa nel secondo caso è meglio sostituire tutti i componenti protesici.  

    I dati di letteratura parlano di  un tasso di sostituzioni del 10 % a 15 anni.


    Erosione:  un impianto può estrudere attraverso la sua capsula soprattutto a livello del glande o dell'uretra, in alcuni casi si può verificare un decubito del serbatoio in vescica. 

    In questi casi bisogna valutare il singolo caso per capire come procedere: riparazione, rimozione o sostituzione protesica.

  • Cosa devo aspettarmi dalla visita andrologica ?

    I disturbi andrologici, come il deficit erettile,  possono avere un origine multifattoriale ed essere un sintomo di un altro disturbo organico o psicologico.  

    Il paziente viene sottoposto a un protocollo diagnostico che inizia con il colloquio  per raccogliere in modo dettagliato la storia clinica, personale e sessuale al fine di inquadrare l’entità del problema e la possibile origine;  successivamente viene fatto l’esame fisico generale e genitale approfondito.

    Sulla base di quanto sopra, il medico valuta se e quale tipo di ulteriori indagini sono necessarie (esami del sangue, indagini strumentali, counselling sessuologico o altro) per completare l’iter diagnostico e iniziare un approccio terapeutico.

    Una parte integrante della visita è la discussione con il paziente sulle diverse opzioni di trattamento disponibili sulla base della patologia e delle aspettative del paziente stesso.    Quindi viene fornito un piano di trattamento iniziale, la risposta al trattamento e la soddisfazione del paziente verranno valutate alla successiva visita di controllo ad esami eseguiti.

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